Quando la nostra terra toccava il cielo by Tsering Yangsom Lama

Quando la nostra terra toccava il cielo by Tsering Yangsom Lama

autore:Tsering Yangsom Lama [Lama, Tsering Yangzom]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2023-08-30T12:00:00+00:00


Tenkyi

1.

Toronto, Canada. 2012

Per tutta la vita ho desiderato raccontarti questa storia. Ma una storia deve cominciare dall’inizio, e a me non rimane quasi niente dell’inizio della mia vita: né la tua faccia, né quella di Pala. Mi restano solo pochi angoli della nostra casa abbandonata. Il resto l’ho cancellato senza volerlo. Ho lasciato che scivolasse via senza far nulla. E cosí sono tormentata da mille ricordi irraggiungibili. Mia sorella rammenta il tuo aspetto, ne sono certa, ma Acha Lhamo non risponde mai alle mie domande sul passato. Se solo potessi aprirle la mente come si fa con i barattoli, se potessi scrutarci dentro e vederti per un attimo, quanto diventeresti reale! E quanto stai ancora lottando per acquistare realtà, ancora adesso, a distanza di cinquant’anni.

Quando ti vidi per l’ultima volta stavi andando a raccogliere legna da ardere. Nell’ultima luce del giorno ti guardai mentre ti allontanavi, la schiena che spariva tra gli alberi. A ogni battito di ciglia, la tua immagine si faceva piú fievole, finché non ci fu piú alcuna forma che ti somigliasse. Poi arrivò il mattino, e Acha Lhamo mi disse che eri morta nella notte. «Dove, dove?» domandai, allungando il collo per frugare con lo sguardo la riva innevata del fiume e poi fissando mia sorella per cercarti nei suoi occhi. «Se n’è andata», mi ripeté lei. Non sentivo niente a parte il mormorio dell’acqua che fluiva giú dalle montagne lungo le sponde del fiume che seguivamo da mesi. Ribattei che si sbagliava, che eri semplicemente nel bosco a raccogliere rami secchi. «Se n’è andata, – ripeté Acha con gli occhi rossi e sbarrati. – Se n’è andata e non tornerà piú».

Sono successe tante cose da quel giorno. Un’alba dopo l’altra che i tuoi occhi non hanno visto. Città e colline dove non hai messo piede. La mia scoperta di una realtà chiamata «oceano», che tu non hai mai contemplato. Vorrei mostrarti tutto questo. Vorrei parlarti di tutto ciò che ti sei persa: la mia vita; quello che ho fatto e quello che hanno fatto a me, la tua figlia piú giovane; le speranze del campo, di cui nessuno parla piú. Anche se è una storia spezzata, devo fartela conoscere. Dimmi che riesci a sentirmi.

I miei occhi si spalancano di colpo nel buio. Sono sola. Mia nipote dev’essere uscita: il letto di fronte al mio è vuoto. Dove sarà andata?

E cosa c’è sopra la televisione? Due sottili linee frastagliate attraversano l’intera parete. Nuove crepe in questa vecchia casa? Tastando con le dita cerco l’interruttore di plastica, lo premo e la lampada si accende. Le linee sul muro tremolano. Centinaia di formiche percorrono avanti e indietro il lungo tragitto tra bagno e cucina. Due delicati fili in movimento. Che sia questo l’evento piú significativo in corso a Parkdale?

Scatta la sveglia e la suoneria lancia i suoi segnali alla solita ora, avvertendomi che devo prepararmi per il turno di lavoro. Aspettando che gli occhi si abituino alla luce, allungo la mano per prendere il telefono. C’è un messaggio di Dolma.



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